Giurisdizione costituzionale

Il delicato bilanciamento tra accesso all’aborto e libertà di manifestazione del pensiero:

il caso delle Safe Access Zone in Irlanda del Nord

 

Antonia Baraggia

 

DOI: 10.69099/RCBI-2024-1-01-72b

 

 

ABSTRACT

 

Il presente contributo riflette, a partire dal peculiare percorso Nord-Irlandese di regolamentazione dell’aborto, sulle implicazioni costituzionali della sentenza della UK Supreme Court Reference by Attorney General for Northern Ireland – Abortion Service (Safe Access Zones SAZ) Bill, avente ad oggetto l’istituzione di “Safe Access Zone” nel raggio di 100 metri dalle cliniche abortive al fine di proteggere l’autonomia e la dignità delle donne. Proprio per la delicatezza delle questioni giuridiche che una simile legislazione pone, la legge è stata portata dinnanzi alla UK Supreme Court dall’Attorney General per il Nord Irlanda, che ha invocato l’intervento chiarificatore della Corte alla luce, in particolare, di due profili: il primo riguarda la compatibilità di un simile bilanciamento con le previsioni della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU); il secondo la legittimità della legge in oggetto alla luce del riparto di competenze previsto dal Northern Ireland Act del 1998.

Il presente contributo intende riflettere, a partire proprio dal commento del caso in esame, sul delicato bilanciamento tra libertà di espressione e libertà di accesso a una prestazione sanitaria, senza subire interferenze o intimidazioni.

 

 

This contribution reflects, starting from the peculiar Northern-Irish path of abortion regulation, on the constitutional implications of the UK Supreme Court Reference by Attorney General for Northern Ireland - Abortion Service (Safe Access Zones) Bill, which concerned the establishment of 'Safe Access Zones' within a 100-metre radius of abortion clinics in order to protect women's autonomy and dignity. Precisely because of the sensitivity of the legal issues that such legislation raises, the law was brought before the UK Supreme Court by the Attorney General for Northern Ireland, who invoked the Court's clarifying intervention in the light, in particular, of two profiles: the first concerns the compatibility of such a balancing act with the provisions of the European Convention on Human Rights (ECHR); the second concerns the legitimacy of the law in question in light of the division of competences provided by the Northern Ireland Act of 1998. This contribution intends to reflect, starting precisely from the commentary of the case in question, on the delicate balance between freedom of expression and the freedom to access a health care service, without being interfered with or intimidated.

 

 

 

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